Buonanotte Livorno

Disclaimer 

"Il mondo e' pieno di cretini, presenti esclusi, ovviamente".

"Un pessimista e' un ottimista con le informazioni giuste"

Ho osservato con attenzione lo svolgimento della "campagna elettorale silenziosa" in vista delle amministrative, abbastanza per farmi un'idea precisa della situazione: uno scenario da totale sgomento.
Ho creduto, evidentemente in preda ai fumi dell'ottimismo, che qualcosa potesse cambiare nel 2014, che Livorno potesse prendersi la sua rivincita personale e spiccare il volo. Non accadrà nulla di tutto ciò, tranquilli. Livorno rimarrà una città mediocre e anzi affinerà ancor di più questa sua "dote".

Credo sia necessario spogliarsi di tutto il buonismo, il politically correct e di tutte quelle strutture mentali che ogni volta ci impediscono di dire la cosa più rivoluzionaria di tutte: la verità.
Perciò, tutto ciò che seguirà d'ora in poi sara' il frutto della mia personale visione delle cose spogliata di questi attributi, se ciò vi offenderà leggete il "disclaimer" e fatevi una risata.

Partiamo dal presupposto cardine che a mio parere e' il nodo principale della questione: a Livorno non c'e' più cultura. E sia ben chiaro, per cultura non intendo solamente il sapere chi abbia costruito il Baldacchino di San Pietro, ma anche tutto ciò che e' cultura popolare, cultura del territorio, cultura della propria storia. Qualche roccaforte c'e', penso ad eroici centri culturali, ad associazioni teatrali e compagnia cantante, ma sono gocce d'acqua dolce che pretendono di addolcire un oceano salato, delle avanguardie potremmo dire. Il livornese si e' ormai scollato dalla sua base culturale e si e' impregnato di mediocrità, il livornese medio parla e non ascolta; vuole insegnare ma non imparare; ha perso la voglia di pensare, capire, ragionare e delega, delega qualsiasi decisione al fato, all'amico, al rassicurante partito al quale non ha mai negato il voto da generazioni, ovviamente. Se la "livornesita'" un tempo era un meraviglioso mix di cultura popolare ed eccellenza, ora e' diventata un insieme di battute sugli "scogli" e poco altro. La simpatia nazional-popolare che caratterizzava Livorno e' ormai circoscritta a qualche comico attempato o qualche sbiadita compagnia, che quasi sempre ha in casa librerie piene di tomi della letteratura classica, letti e riletti. Perché, diciamocelo chiaramente, l'ironia e la satira hanno bisogno di cultura, anche quelle più popolari. E sempre l'ironia e la satira erano strumenti fondamentali per creare quel fortissimo legame tra "politica" e "popolo" che ha caratterizzato Livorno sin dalle sue origini. Finita la cultura, trasformata la satira in un triste susseguirsi di sterili volgarità, e' scomparsa dunque anche la politica. Ricordiamolo: Livorno ha conosciuto il momento di massimo "benessere" quando era la città dei teatri, non quando e' diventata una città con la squadra in Serie A o con Ruffini a fare i cinepanettone.

E ora ci ritroviamo una città senza cittadini [Cittadino è colui che è originario, abitante e/o residente in uno stato e/o città del quale possiede la cittadinanza avendone i conseguenti diritti e i doveri.], una città che va avanti per inerzia, in mano ad una classe politica autoreferenziale, che ha occupato tutti i luoghi di potere nell'indifferenza (o nella collusione) più totale. E la cosa che più mi fa rabbrividire e' che la stragrande maggioranza della cittadinanza ormai vive passiva questa situazione, si fa perculare e trattare come una scolaresca in gita sotto lo sguardo severo del maestro, la cui parola e' legge. E anche chi si fa baluardo dell'opposizione non fa sempre sfoggio di cultura, sia essa politica o civica. Si parla sempre di roccaforti, di avanguardie, di minoranze più o meno accreditate e credibili.

Livorno soffre prima di tutto del vuoto civico che permea la sua popolazione e su queste basi non si può certo costruire una "rivincita". Le elezioni del 2014 non porteranno scossoni, non faranno cambiare marcia alla città e non la salveranno dalla sua mediocrità. I negozi continueranno a chiudere, meritandosi il solito trafiletto sul giornale, le navi continueranno a traslocare verso altri "lidi", la sanità e l'istruzione continueranno ad essere prerogative di Pisa. 

Onestamente non so quale sia l'antidoto a questo veleno mortale, difficile pensare che una mattina i livornesi si sveglieranno con la fame di cultura e di senso civico, ancora più una chimera il pensare ad un "Podestà" illuminato. 

Con questo non voglio gettare la spugna, ma semplicemente fare una fotografia della situazione. Forse il concetto di "avanguardia" non e' sbagliato, forse seminare "il dubbio" può dar origine ad un germoglio, ma anche qui le difficoltà sono estreme, di fronte ad un popolo che si sveglia solo quando alla porta di casa bussa la forza pubblica.          

Ovviamente sentitevi liberi di confutare tutto ciò che ho scritto, mi interessa molto l'opinione di tutti.  



 

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