Livorno 2013: il fallimento di tutti.

Foto di  Andrea Dani
E' tempo di bilanci per Livorno e, a dirla tutta, prende il sopravvento un senso di sconforto. Sembra che ogni granello di speranza stia velocemente scivolando dalle nostre mani a favore di una melma unta e appiccicosa, difficile da lavare via. La gestione de "l'azienda Livorno" e' fallimentare su tutti i fronti, si fa fatica a capire quale sia il "progetto", quale l'idea di fondo, cosa voglia diventare la nostra città da grande. Perché a guardare la situazione odierna non c'e' un solo segno di rilancio, una prospettiva per il futuro, ma solo tanti piccoli e grandi fallimenti, un inanellarsi di scelte sbagliate che fanno montare solo tanta rabbia. Il centro si sta desertificando sotto gli occhi inermi dei cittadini, il porto arranca, il turismo e' ridotto all'osso, il commercio assiste ogni mese a chiusure eccellenti, i teatri e i cinema chiudono in favore di parcheggi e grandi catene d'abbigliamento, l'unica cosa che si sviluppa e' il lungo braccio della Coop, un polpo geneticamente modificato con venti tentacoli che non mollano la presa e si moltiplicano di anno in anno.
Le grandi strutture liberty, i luoghi storici della città, le fortezze, il quartiere Venezia, il lungomare, le Terme del Corallo, il Goldoni, tutto e' lasciato all'oblio e all'indifferenza piu' bieca. I grandi cambiamenti sono rappresentati da una "Porta a Mare" che cercherà di ripetere i risultati di Porta a Terra, completando l'inaridimento del centro e dandogli il colpo finale.  
Ma le colpe vanno distribuite, non ci sono singoli capri espiatori. Va considerata la cecità dei commercianti del centro, da sempre ostili alla pedonalizzazione, mentre non hanno mosso un dito nei confronti di una politica che gli stava rubando il futuro aprendo centri commerciali "monocolore" ovunque o chiudendo gli unici centri d'aggregazione della città. Va considerata la cecità del cittadino che non e' mai riuscito ad avere una visione critica del progetto Livorno, quel cittadino che alza la testa solo quando viene immischiato personalmente nella crisi. Va considerata l'arroganza di una classe politica impegnata in affarismi, in giochi di potere, in lotte interne, in favoritismi legali ma sempre sul filo del rasoio. Va considerata inoltre la scarsa qualità dei mezzi di informazione della città, completamente asserviti al potere dominante o, che forse e' anche peggio, totalmente distanti dal concetto di giornalismo. Se Livorno fosse un'azienda privata l'intero CDA sarebbe stato estromesso da tempo, i quadri dirigenziali sovvertiti e accantonati, l'intera struttura commissariata e affidata ad un curatore fallimentare. Ogni scelta fatta va contro qualsiasi principio economico e sociale.

Questa cecità, questo dimenticarsi del significato stesso di politica pubblica, e' arrivata a farmi rivalutare il lavoro dei "centri sociali", che hanno avuto e hanno tutt'ora il merito di essere gli unici "strumenti" che i cittadini hanno di riappropriarsi del territorio. Sono l'emblema della crisi e rappresentano la dignità di chi ha perso tutto e cerca di avere garantiti i diritti fondamentali quali casa, lavoro e ultimo ma non ultimo, partecipazione sociale. Nonostante l'ideologia di fondo non mi sia affine, credo che il 2013 sia stato il loro anno e non posso che augurare loro un 2014 di rivincite, se non altro per tutte le persone che riacquistano dignità sociale grazie al loro impegno.

Ma torniamo al 2013. Torniamo alla totale mancanza di decenza di certe decisioni. E' stato fatto di tutto per evitare che l'Ikea venisse in città; si e' evitato qualsiasi investimento nel porto, nonostante i fondi europei, finendo per cacciare letteralmente le grandi compagnie; i turisti sono impacchettati su pullman direzione Coop, quasi fosse l'unica attrazione in città; si sono trasformati teatri in parcheggi, nonostante le politiche di svuotamento commerciale del centro, un controsenso folle ed inspiegabile. Ed oggi, 28 Dicembre 2013, si devono leggere "civette" de Il Tirreno che sono un pugno nello stomaco (vedi foto) della decenza. La notizia importante e' l'apertura dell'ennesima Coop, con tanto di "assume" in rosso, mentre la notizia della chiusura dell'ennesimo cinema, tra l'altro un piccolo cinema di qualità che prediligeva film d'autore, chiude in piccolissimo la pagina. E' l'evidenza delle priorità di questa città, oltre ad essere un caso di giornalismo di provincia barbaro ed insensibile. [UPDATE] - La notizia delle nuove assunzioni, tra l'altro, E' FALSA.

Be', io non ci sto, a costo di apparire come un Don Chisciotte, non voglio credere che Livorno sia destinata al declino in questa maniera. Non potrei in ogni caso tollerarlo. E non saranno certo quattro ghirlande in croce, come la ridicola "pulizia" del centro o qualche buca tappata in malo modo, a farmi cambiare idea sulla situazione. Gli spot elettorali mi danno il voltastomaco già da tempo. Livorno ha bisogno dell'orgoglio dei suoi cittadini, Livorno ha più che mai bisogno dei livornesi, di quelli che "un mi tocca' Livorno senno' ne tocchi" e che per una volta mettano in pratica il loro campanilismo per una giusta causa. Perché "una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori." (Platone). Non e' più tempo di chiacchiericci da bar, ora si distinguono i Cittadini dai parassiti della Cosa Pubblica.  

Commenti

Posta un commento

La vostra opinione è materiale prezioso, se avete qualcosa da dire ditelo, non sbaglierete mai.