Foto di "livorno.guidatoscana.it" |
Amare è una delle più grandi responsabilità che la vita ci riservi. Amare l'altro vuol dire fare di tutto affinché egli stia bene, sia felice, sia libero da oppressioni e sventure. Amare vuol dire prima di tutto sacrificio.
Per questo vorrei che "Amo Livorno" cominciasse a riempirsi del suo vero significato e cessasse di essere uno slogan. Non si ama Livorno se si passa duecento volte con la macchina davanti ad un prato pieno di cartacce e non si fa niente. Non si ama Livorno se le anteponiamo la nostra fugace (e sbadata) felicita' di una sera sui fossi, ricoprendola dei residui del nostro divertimento. Non amiamo Livorno se accettiamo il suo degrado (estetico, culturale, politico, economico), se continuiamo a dare fiducia a chi promette le stesse cose da decenni. Non amiamo Livorno se assistiamo impassibili alla sua trasformazione in un dormitorio, alla morte della sua economia, alla chiusura di negozi, fabbriche, intere filiere. Non amiamo Livorno se non ci facciamo un'autoanalisi critica e sincera.
E' vero, le amministrazioni non hanno mai brillato di particolare efficienza, eppure se erano li' vuol dire che qualcuno (la maggioranza) le ha votate (badate bene, non i pisani, gli americani o compagnia cantante). E non c'entra il colore politico, perché qui si parla di persone. Ogni partito ha al suo interno persone oneste e loschi figuri, il problema è che a Livorno si è sempre votato il colore senza pensare alle persone. Questo è un errore sempre e comunque, perché favorisce il successo di chi non lo merita e di chi lo utilizza per scopi poco nobili.
Io credo al cambiamento perché ho un'innata (e forse folle) fiducia nei livornesi, perché so che sono capaci di tutto. Perché so che probabilmente vanno solo risvegliati da un torpore che dura da troppo tempo. Livorno e' il prodotto dei suoi abitanti, cambierà quando tutti ci impegneremo affinché ciò avvenga.
Domenica scorsa ho portato mio figlio al mare nei pressi di Antignano e ho visto un prato pieno di spazzatura. Voglio cominciare da li'. Sperando che le mie parole abbiano smosso un minimo di coscienze e che a qualcuno venga la voglia di darmi una mano (in caso contrario faro' da solo). Il cammino più lungo è composto da tanti piccoli passi.
Bisognerebbe levare il passaggio delle auto dalla città ed utilizzare in centro citta ad uso ciclabile + bisogna asfaltare alcune strade in città + utilizzabile il parcheggio ATL zona Fabbricotti con prezzi modici associato a lascio l'auto e prendo la bicicletta (elettrica per chi un ce la fa e non) per andare in città
RispondiEliminaSono con te. Per ora con il sostegno via web...poi, appena la salute me lo consentirà, anche fisicamente!
RispondiEliminaGiungo qui da un rimbalzo di facebook dalla pagina di Cannito.
RispondiEliminaMi permetto, mi scuso e volo via.
L'atteggiamento cosiddetto "fattivo" è esattamente quello che le istituzioni verminose si aspettano dai cittadini. Fatevelo voi perché noi non abbiamo i mezzi (ma qualche migliaio di dipendenti comunali pare di si), perché siamo abituati così, perché, perché... Quindi i genitori si dipingono le aule invece di andare in Comune e mettere sottosopra i locali inutili di quel palazzo. Quindi cittadini privati che pagano fior fior di tasse per i rifiuti (tra cui il servizio di spazzamento urbano è voce importante), pur assistendo al disastro AAMPS gestito a livello clientelare da improvvisi manager di partito, dovrebbero mettersi a "pulire" loro prati e strade perché l'AAMPS stessa non lo fa? E perché non lo fa? La cooplat ha pochi dipendenti? O magari sono un po' lentini.
No perché poi basti andare a Viareggio o Lucca o Grosseto, per rimanere nei paraggi e non citare Nizza o Catania, e pare che tutti questi "problemi" insormontabili non ci siano. Quindi è un fatto di soldi, che nessun comune ha, o è un fatto di abitanti? E se è un fatto di abitanti, chi sono "oggi" questi abitanti? da chi sono educati? da dove provengono? E' "colpa" del mondo "moderno", ovvero dell'endemica incapacità alla civiltà delle ultime due generazioni postsessantottine o è colpa di un andazzo di pseudoanarchia che serviva solo a tenere buoni in assenza di prospettive migliori?
L'amore, se si può mai usare questa parola a proposito di una città e di questa in particolare, non significa accettare tutto, ma combattere per quella cosa. Combattere le cause e non gli effetti. Perché questi si ripresenteranno se non vi è "pulizia" a monte.
Livorno, ma qualsiasi altra città, ha bisogno di essere "combattuta" perché la dignità e la civiltà, normali fino al Calambrone e da Quercianella in là, possano sedere anche qui, dove l'egoismo impera mascherato da libertà di periferia.
A Livorno non cambia niente, o meglio, fino ad oggi non è cambiato nulla, perché la politica ha sempre stretto un contratto capestro con i cittadini, strangolando i dissidenti e premiando i collaborazionisti, sappiamo bene come. Questo contratto ha abituato i cittadini a non combattere, a dare tutto per scontato e, appunto, immutabile. Cosa vuoi che cambi? Certamente, se hai bisogno del partito per vivere è ovvio che l'ultima cosa che fai è "cambiare" e se non cambi la testa, come può il corpo cambiare da sé?
Le città, come le donne, non possono essere amate unilateralmente. Una donna deve pur farsi amare, altrimenti sei un fesso a continuare ad andarle dietro.
Livorno, pur se con qualche potenzialità (ma perfino a Pozzuoli hanno fatto cose egregie a confronto) ormai più folkloristica che culturale e turistica, non ha nessuna intenzione di farsi "amare", e quando andrete a pulire i giardinetti, coloro che vi osserveranno da fuori faranno i sorrisini di scherno e neanche vi ringrazieranno. Sono loro "Livorno", non i palazzi o i viali. Una città è un ammasso di terra e pietre e qualche ferro. Nulla di più. Ciò che fa la Città sono i suoi abitanti e la cultura che essi vi collocano, cultura che si manifesta in architetture, urbanismi, locali, strade. La cura.
La pulizia delle strade e dei giardini pubblici spetta agli stipendiati AAMPS, così come la tinteggiatura delle aule spetta al Comune o alla Provincia. E punto. E "loro" si aspettano proprio che il "popolo" faccia le cose al loro posto, invece di spaccargli la testa.
E se proprio un cittadino deve muoversi, non è per raccattare cartacce, ma per riempire di cartacce l'ufficio di un'amministrazione che da decenni, con cambi apparentemente diversi, ha ridotto questa città a ciò che appare a chiunque.
Poi, si sa, l'amore è cieco. E qui allora mi fermo. Auguri.
Hai travisato il messaggio. Forse mi sono espresso male. In ogni caso il mio sara' un gesto di "inizio" di un certo percorso. E si, sono convinto che per spingere le amministrazioni a fare determinate cose, ci sia bisogno anche di chi si pulisce il pianerottolo da solo. La mancanza di soluzione dei problemi e' una delle piu' grandi tecniche della politica con la p minuscola. Perche' in questo modo ci si fara' belli nel promettere il cambiamento (che non avverra' mai). Se si vive in una citta' in cui i primi che rispettano totalmente il proprio ambiente sono i cittadini, sicuramente le amministrazioni che ne verranno fuori saranno composte da persone perbene. Le amministrazioni sono il frutto dei cittadini e non il contrario. Vedrai che se Livorno fosse una citta' in cui non fosse tollerata da nessuno neanche una cartaccia, un amministratore ci penserebbe due volte prima di avere un servizio di nettezza urbana inefficiente. E cosi' via per qualsiasi categoria.
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